venerdì 25 maggio 2007

Appello contro un documentario sensazionalistico e falso

Noi sottoscritti, presa visione del documentario della BBC Sex Crimes and the Vatican, che la RAI ha acquistato e che potrebbe essere messo in onda in un suo programma, ci rivolgiamo ai dirigenti della RAI e alla Commissione Parlamentare di Vigilanza perché il documentario non sia proposto da una rete pubblica sostenuta dal canone di tutti gli italiani.
Non siamo affatto contrari a una franca discussione del problema della pedofilia e dei tragici casi di sacerdoti cattolici colpevoli di abusi su minori, che – sulla scorta dell'ampia letteratura scientifica oggi disponibile – miri, secondo le parole di Benedetto XVI ai vescovi dell'Irlanda, del 28 ottobre 2006, a “stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi”.
Siamo però contrari alla proiezione dello specifico documentario Sex Crimes and the Vatican, che – ben lungi dall'affrontare il tema in modo corretto – è una semplice requisitoria anticlericale contro il regnante Pontefice, punteggiata da affermazioni clamorosamente false o fondate sull'ignoranza dei più elementari principi del diritto canonico.
Per esempio, si presenta l'istruzione Crimen sollicitationis del 1962 come un documento che aveva lo scopo di coprire gli abusi avvolgendoli in una coltre di segretezza tale per cui “la pena per chi rompe il segreto è la scomunica immediata”. A prescindere dal fatto che la Crimen sollicitationis si occupa nei primi settanta paragrafi delle relazioni sessuali di sacerdoti con donne (non con bambine), e dedica ai rapporti di sacerdoti con minori prepuberi soltanto mezza riga nel paragrafo 73, è precisamente il contrario. Il paragrafo 16 impone alla vittima degli abusi di “denunciarli entro un mese”. Il paragrafo 17 estende l’obbligo di denuncia a qualunque fedele cattolico che abbia “notizia certa” degli abusi. Il paragrafo 18 precisa che chi non ottempera all’obbligo di denuncia “incorre nella scomunica”. Dunque non è scomunicato chi denuncia gli abusi ma, al contrario, chi non li denuncia.
Un'altra gravissima menzogna del documentario consiste nel sostenere, a proposito della lettera De delictis gravioribus del 2001, sottoscritta dal cardinale Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e che dà esecuzione a norme fissate da Giovanni Paolo II poche settimane prima relative alla competenza dei diversi tribunali ecclesiastici, che si tratti del “seguito” della Crimen sollicitationis e che “ribadiva con enfasi la segretezza, pena la scomunica”. In realtà nella lettera del 2001 non si trova neppure una volta la parola “scomunica”. Se c’è qualche cosa di nuovo nella De delictis gravioribus rispetto alla disciplina precedente in tema di abusi sessuali, è il fatto che la lettera crea una disciplina più severa per il caso di abuso di minori, rendendolo perseguibile oltre i normali termini di prescrizione, fino a quando chi dichiara di avere subito abusi quando era minorenne abbia compiuto i ventotto anni. Questo significa – per fare un esempio molto concreto – che se un bambino di quattro anni è vittima di abusi nel 2007, la prescrizione non scatterà fino al 2031, il che mostra bene la volontà della Chiesa di perseguire questi delitti anche molti anni dopo che si sono verificati e ben al di là dei termini di prescrizione consueti.
Certamente nella Chiesa vi sono stati episodi tristi e dolorosi che hanno coinvolto sacerdoti colpevoli di pedofilia e talora anche vescovi che non sono intervenuti tempestivamente per sanzionarli. Al contrario esatto di quanto sostiene il documentario, l'energica azione del cardinale Joseph Ratzinger prima e di Papa Benedetto XVI poi – su cui non a caso si cerca di gettare fango in Italia subito dopo il successo del Family Day –, anche se non ha potuto risolvere tutti i singoli casi, ha costruito una normativa e favorito una prassi di grande severità, rigore e coraggio di cui chiunque abbia studiato il triste problema senza pregiudizi ideologici dà atto al regnante Pontefice.
Si parli, dunque, di un problema reale e doloroso. Ma lo si faccia con verità e correttezza, senza proporre documentari sensazionalistici e falsi che sono a loro volta parte del problema e non della sua soluzione.

Massimo IntrovigneDirettore del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), TorinoAntonio BattagliaLaura BianconiPaola BinettiLuigi ManfrediAlfredo MantovanoLuca MarconiGaetano QuagliarielloGiacomo SantiniGustavo SelvaFrancesco StoraceSenatoriIsabella BertoliniGabriella CarlucciRiccardo MiglioriAngela NapoliPatrizia Paoletti TangheroniSimonetta Licastro ScardinoRoberto UliviLuca VolontéMichele ViettiMarco ZaccheraDeputatiDomenico AiromaMagistratoLuca AntoniniUniversità di PadovaGianpaolo BarraDirettore della rivista Il Timone, MilanoFabrizio BattistoniUniversità Campus Bio-Medico, RomaFrancesco BellottiUniversità di GenovaRoberto BenedettiConsigliere Regionale ToscanaLuigi BerzanoUniversità di TorinoPino BiancoConsulente d’arte, PaviaAndrea BiottiResponsabile Toscana, Giovani del Movimento per la VitaFrancesco BotturiUniversità Cattolica di MilanoMaurizio BrunettiUniversità di Napoli “Federico II”Andrea BuongiornoPresidente, Associazione Askeo, AgrigentoRino CammilleriScrittore, MilanoGiovanni CantoniDirettore della rivista Cristianità e responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, PiacenzaLorenzo CantoniUniversità della Svizzera Italiana, LuganoPietro CantoniStudio teologico interdiocesano, CamaioreCiro CaramielloUniversità di Napoli “Federico II”Franco CardiniUniversità di FirenzeDario CaronitiUniversità di MessinaGiovanni CasadioUniversità di SalernoMarina CasiniUniversità Cattolica del Sacro Cuore, RomaPaolo CasoratiUniversità Campus Bio-Medico, RomaMaria Vittoria CattaniaVicepresidente, Laogai Research FoundationGiancarlo CerrelliConsigliere nazionale Unione Giuristi Cattolici Italiani, CrotoneAldo CiappiPresidente, Unione Giuristi Cattolici Italiani, PisaAgostino ClericiDirettore de Il settimanale della diocesi di ComoLuigi Coda NunziantePresidente "Famiglia Domani", RomaGiuseppe ColomboUniversità Cattolica del Sacro Cuore, MilanoAngelo CuntreriUniversità di PalermoPietro CuntreriPresidente, Associazione diocesana di informazione sulle nuove religioni, AgrigentoGianandrea de AntonellisUniversità Europea di RomaCarlo De MarchiSegretario Generale, Istituto per la Cooperazione Universitaria, RomaPietro De MarcoUniversità di FirenzeRoberto de MatteiUniversità Europea di RomaMario Di FiorinoPrimario di psichiatria, Ospedale della Versilia, ViareggioRaffaella Di MarzioPontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, RomaRenato FarinaGiornalista e scrittore, MilanoEnrico FasanaUniversità di Trieste-GoriziaPier Marco FerraresiUniversità di BiellaGiorgio GibertiniResponsabile organizzativo, Movimento per la VitaLuciano GiustiniDirettore della rivista Beta, RomaAlberto Goffi Avvocato e segretario regionale dell’UDC, TorinoNorberto Gonzales GaitanoPontificia Università della Santa CroceAlbino GoriniSegretario generale, FAI-CISLGiulio Dante GuerraConsiglio Nazionale delle Ricerche, PisaPietro Guidi MassiUnione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, Ascoli PicenoMario Arturo IannacconeStoricoPatrizia IannucciUniversità di Napoli “Federico II”Marco InvernizziConduttore radiofonico e saggistaAntonio LiviPontificia Università Lateranense, RomaPiero MacconiConsigliere Regione LombardiaAlberto MairaResponsabile del CESNUR-SiciliaAndrea ManazzaUniversità di TorinoBruno MardeganPresidente, Edizioni Ares, MilanoAntonio MariniStudio teologico interdiocesano, CamaioreMarcello MasottiPresidente, Scienza e Vita, FirenzeAndrea MenegottoResponsabile del CESNUR-LombardiaAldo Alessandro MolaUniversità Libera di BruxellesAndrea MorigiGiornalista e scrittore, MilanoGiuseppa NaroPresidente, Unione Giuristi Cattolici Italiani, CaltanissettaAlessandra NucciGiornalista e scrittrice, BolognaAlessandro PaganoDeputato Regionale, Regione SicilianaMario PalmaroUniversità Europea di RomaErmanno PavesiPsichiatra e saggista, Zuzwil (Svizzera)Alvise Pecori GiraliPresidente, Cooperativa Edizioni Vocepiù, MilanoEnzo PesericoUniversità Cattolica del Sacro Cuore, MilanoPaolo PiccoPresidente, Movimento per la Vita, MonzaMichela PireddaUniversità Campus Bio-Medico, RomaStefano PriaroneSceneggiatore di fumetti e scrittore, MilanoMarco RespintiGiornalista e scrittoreClaudio RiséUniversità di VaresePia RoccoDirettrice, Centro Culturale L’Arengo, BolognaGiuseppe RomanoGiornalista e scrittoreMauro RoncoUniversità di PadovaLetizia RussoUniversità di PalermoGiacomo Samek LodoviciUniversità Cattolica del Sacro Cuore, MilanoMichele SanfilippoUniversità Regina ApostolorumVittorio SanguinetiUniversità di GenovaOscar SanguinettiUniversità Europea di RomaFabio ScarcigliaUniversità della Calabria, CosenzaMaurizio SchoepflinScrittore e giornalistaErrico SerraPresidente “Verità è Libertà”, BresciaEttore SeveriSindaco di Montecatini TermeRaimondo TorregrossaSindaco di San CataldoArmando TursiUniversità di MilanoMichela VarraUniversità di NapoliGuido VignelliDirettore, SOS Ragazzi, RomaGiovanni ZenoneDirettore editoriale, Edizioni Fede & Cultura, VeronaPierLuigi ZoccatelliVice-direttore del CESNUR, Torino

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Giangiacomo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Landolfi: Bene appello contro video Bbc anche se trasmesso
(Apcom, 25 maggio 2007)
Roma - Il presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, esprime il suo apprezzamento per un appello di intellettuali e parlamentari a non trasmettere il documentario della Bbc sui preti pedofili "anche se", precisa in una nota, "non mi nascondo che al punto in cui siamo mi pare, purtroppo, scontato che la Rai trasmetterà il filmato".

"Ho molto apprezzato l'appello che il professore Massimo Introvigne rivolge alla Rai ed alla Commissione parlamentare di Vigilanza affinché non venga trasmesso il filmato Bbc sui preti pedofili", afferma Landolfi. "Mi sono occupato già domenica scorsa di questa vicenda chiedendo pubblicamente, dopo averlo visionato su internet, al Direttore generale di non acquistarlo".

"Forse, se questo appello autorevole e politicamente trasversale fosse stato un po' più tempestivo la mia iniziativa non sarebbe stata bollata come censoria e politicamente di parte", precisa il presidente della commissione Vigilanza sulla Rai. "Unisco la mia voce a quella dei firmatari anche se non mi nascondo che al punto in cui siamo mi pare, purtroppo, scontato che la Rai trasmetterà il filmato. Resta inteso - aggiunge Landolfi - che la commissione di Vigilanza non mancherà di intervenire qualora non saranno rispettate tutte quelle garanzie che un'informazione corretta, completa ed obiettiva deve saper contenere soprattutto quando tratta argomenti così delicati con materiali così scadenti".