sabato 5 maggio 2007

Prodi ha lottizzato tutti i posti che contano

interessante riflessione sull’occupazione sistematica del potere che sta facendo il governo Prodi. Un promemoria utile davvero...

Con l’incedere pesante di uno schiacciasassi il governo Prodi ha occupato o si appresta ad occupare tutti i posti di potere, spartendoli fra amici e clienti, privilegiando le ascendenze politiche, o le radici bolognesi, o il training nelle aziende dell’Iri. Le spoglie vengono spartite con un metodo che garantisce gli snodi di un potere invasivo, che si tutela nominando in alcune authority le persone “giuste”. Il metodo seguito dal presidente del Consiglio e dai ministri competenti per designare o nominare presidenti, commissari e amministratori delegati suscita perplessità anche a sinistra: Nicola Rossi, il riformista eretico che ha lasciato i Ds qualche mese fa, ha osservato che in qualche caso “le competenze specifiche e tecniche dei candidati non sono sufficienti”.
La nuova mappa del potere. All’Antitrust s’insedia Piero Barocci, ex ministro del Tesoro nel governo Amato, politicamente nell’area della Margherita. Nello stesso organismo c’è l’ex commissario Consob, Carla Rabitti Bedogni. La Consob è stata sistemata su diretta indicazione di Romano Prodi ed è diventata una succursale della scuola economica bolognese. Vi si insediano, infatti, l’economista bolognese Michele Pezzinga, già della Caboto-Intesa, Luca Enriques, docente di diritto commerciale a Bologna, e Vittorio Conti, ex Banca Intesa, un istituto bancario con cui Palazzo Chigi ha il filo diretto.All’Anas c’è un presidente, Piero Ciucci, che viene dall’Iri, ma il ministro Di Pietro è riuscito a piazzare due dei suoi, Sergio Scicchitano ed Enrico Della Gatta. Per le nomine di competenza del ministro Padoa Schioppa sono stati privilegiati esponenti dei Ds e della Margherita, quindi alcuni dirigenti del Tesoro e docenti già consulenti dei governi di centrosinistra. E’ il caso della Cassa Depositi e Prestiti, col presidente Alfonso Iozzo di area Ds, vice presidente il ds Franco Bassanini e con l’ex senatore della Margherita Renato Cambursano, Gianfranco Imperatori, ex presidente della Banca Roma International, i docenti-consulenti Luisa Torchia e Gianfranco Viesti, il dirigente del Tesoro Vittorio Grilli.Alle Ferrovie dello Stato presidente è Innocenzo Cipolletta, già direttore generale di Confindustria; nel consiglio di amministrazione figurano anche Mauro Moretti, ds, e Paolo Baratta, già ministro nei governi Amato, Ciampi e Dini.I Ds sono stati privilegiati nelle Attività Portuali: Francesco Palmiro Damiani a Bari, Claudio Bonicelli a Trieste, Roberto Piccini a Livorno; Taranto è andata a Michele Conte del Pdci, Brindisi a Giuseppe Giurgola, area Ulivo.Anche per gli enti cinematografici la spartizione è stata puntuale: all’Istituto Luce l’ex senatore Ds Stefano Passigli, a Filmitalia Irene Bignardi, area Ds, a Cinecittà Holding Alessandro Battisti, della Margherita.Filippo Andreatta, docente di diritto internazionale e figlio dello scomparso Beniamino Andreatta, entra nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica.All’Agenzia delle Entrate c’è Massimo Romano, considerato vicino al viceministro Visco, l’uomo delle tasse.Siccome il governo del Professore non intende farsi mancare nulla, all’Istituto Italiano della Montagna s’insedia come commissario Luigi Olivieri.


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Giangiacomo

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