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sabato 24 aprile 2010

Bonus, e il merito è premiato

Legare la retribuzione ai risultati aumenta la soddisfazione nei dipendenti

Produttività e meritocrazia sono facce della stessa medaglia. I manager del settore privato lo hanno capito molto tempo prima di politici e amministratori pubblici. Il dipendente aziendale che rende più del suo vicino di scrivania deve essere premiato. Oramai appare fin troppo chiaro che il livellamento generale tra tutti i collaboratori non porta da nessuna parte: non dà alcun valore aggiunto al sistema-impresa, non sprona al miglioramento perché non tende verso traguardi ambiziosi, e soprattutto è causa principale della grave stagnazione sui luoghi di lavoro.
Prima di ogni cosa, comunque, andrebbe precisato che cosa deve intendersi per premio di produttività e quando è opportuno che tale ‘riconoscimento’ venga corrisposto, almeno in via astratta. Non va dimenticato, infatti, che ogni caso è a sé e che le aziende, in fondo, sono un po’ come dei microcosmi, ciascuna dotata di sue particolari regole. Una definizione da manuale inizierebbe col dire che si tratta per lo più di benefits monetari, intascati dal dipendente al momento del raggiungimento di un certo obiettivo economico (fermo restando che ne esistono anche di non monetari). La cosa può sollevare alcune obiezioni. Va infatti detto che non si può giustificare il riconoscimento economico secondo l’assunto che il lavoratore ha svolto bene il proprio lavoro. Si dà per scontato che una persona assunta da un’azienda debba essere in grado di svolgere al meglio il compito che le è stato affidato, altrimenti perché tenerla? E’ evidente, allora, che l’assegnazione del bonus va a premiare dei risultati che, in qualche modo, sono andati oltre le normali aspettative. Tali riconoscimenti sono senz’altro motivo di orgoglio per chi li riceve.

I risvolti negativi
Ma cosa succede a chi ne è rimasto escluso? Quali le dinamiche all’interno del gruppo di lavoro? Se l’incremento reddituale è poca cosa, allora si può immaginare che quello stesso lavoratore possa non sentirsi affatto incoraggiato dall’assegnazione del premio. Se invece il premio è consistente, sono ipotizzabili forme di attrito tra i membri di uno stesso team di lavoro. Lo stato psicologico con cui un lavoratore affronta questo genere di situazioni è molto importante. Quando lo strumento del bonus, infatti, viene percepito dal lavoratore come una minaccia, o nel minore dei casi semplicemente come un esame, è evidente che l’obiettivo della sana competizione viene vanificato, col risultato di provocare delle vere e proprie ansie da prestazione. Il senso di frustrazione è destinato ad aumentare nel caso in cui si decida di stilare addirittura una classifica per rendere visibile il posizionamento di ciascun dipendente sulla base delle sue performance. La sensibilità di chi guida il team, in questi momenti, è fondamentale. Il pericolo può essere quello di far perdere affiatamento alla squadra. Il clima sereno, cordiale, collaborativo che sempre deve essere presente in azienda, potrebbe lasciare il posto ad invidia, pessimismo e scarsa autostima.

In generale, comunque, gli effetti positivi derivanti dall’assegnazione dei bonus superano di gran lunga gli “effetti collaterali”. Si pensi soltanto a quanti talenti potranno emergere, a quante preziose risorse si potranno incanalare nelle attività di ogni giorno. E ancora a quanti sforzi, attitudini, originalità vedranno finalmente la luce. E questo solo perché al dipendente è stata data certezza che il suo impegno non sarà vano ma riconosciuto e gratificato, non solo a parole.

I premi di produttività
Appurato dunque che il meccanismo incentivante delle imprese (oltre che di riconoscimento del merito) si fonda sull’assegnazione dei cosiddetti premi di produttività, occorre precisare che gli specialisti di settore (economisti ma anche gestori e valutatori delle risorse umane) sono soliti fare delle distinzioni. Ci si imbatte così in tutta una terminologia di difficile comprensione per i non addetti ai lavori: Profit Sharing, Gain Sharing, cottimo, una tantum, ecc. L’obiettivo, in questi casi, è duplice: si punta ad ottimizzare i livelli di prestazione e ad assicurarsi contemporaneamente la fidelizzazione del dipendente all’azienda. Va considerato, tuttavia, che rispetto ai bonus individuali, il rischio qui è di premiare anche chi all’interno del team di lavoro si è reso meno efficiente rispetto al collega. Nel gruppo è più facile ‘nascondersi’.

see u,
Giangiacomo

sabato 22 dicembre 2007

Troppe palle al piede: così frena la piccola impresa

Per chi si chiedesse come mai la ripresa dello sviluppo di tante piccole e medie imprese non riporti ad un rilancio definitivo del nostro Paese, alcune vicende che accadono nel mondo imprenditoriale possono fornire un’indicazione. Un’impresa di successo di Pescara che si occupa di robotica applicata all’automobile, nata dalla creatività di un gruppo di ingegneri del posto che rilevano, ristrutturano e salvano un’azienda decotta, diventa capace in pochi anni di lavorare per grandi imprese mondiali, quali General Motors e Bosch, e in paesi quali Brasile, Cina, India. Ben presto però il management dell’azienda si trova a fare i conti col fatto che il sistema finanziario pubblico e privato non è pronto a supportare tale sviluppo virtuoso. Alcuni esempi per tutti lo testimoniano. Negli ultimi anni, dato il grande sviluppo, il titolare prova a chiedere al sistema bancario di sviluppare prodotti per le start up estere, mutui chirografari, comunque forme di finanziamento a medio e lungo termine per non gravare sulla gestione ordinaria dell’impresa. Pur avendo corredato tale richiesta con business plan analitici in cui viene esplicitato il nome dei clienti ed il tipo di impianti venduti, il finanziamento viene negato. Un’altra esperienza negativa accade al nostro imprenditore quando una multinazionale americana quotata decide di acquistare prodotti dalla sua azienda. L’amministratore delegato della multinazionale firma una lettera di autorizzazione ad iniziare i lavori. Il contratto è di 5 milioni di euro e la lettera dice che entro tre mesi arriverà l’ordine. Tuttavia per il sistema bancario italiano non basta la firma dell’amministratore delegato. La banca propone alternativamente di assicurare il credito con la principale compagnia pubblica di assicurazione del credito estero. Fatta la pratica, dopo due mesi, viene comunicato che non c’è più la convenzione con gli Stati Uniti e quindi la ditta non può essere coperta dalla loro assicurazione. Un terzo esempio completa il quadro. L’imprenditore pescarese, che ha dovuto risanare un’azienda in crisi, guarda all’innovazione come all’aria che si respira. Ora sembra strano, ma in Italia non esiste uno strumento di credito ordinario chirografico che finanzia l’innovazione. Così, capita che, quando comincia ad innovare si sente dire dalle banche che il suo rating non è male, ma non è sufficientemente alto da ottenere un finanziamento per l’innovazione. Come rimedia il nostro imprenditore? Arrangiandosi: per produrre i prototipi dell’ibrido elettrico che hanno permessa all’impresa di decollare, mette mano al portafoglio, aumentando ulteriormente il rischio d’impresa. Morale: quanti teorizzatori del capitalismo finanziario internazionale hanno l’umiltà di ammettere che la piccola e media impresa sarebbe già un formidabile strumento di sviluppo del nostro Paese se solo le si levassero le palle al piede che le si impongono?

see u,
Giangiacomo

venerdì 4 maggio 2007

Offerta di lavoro: Sviluppatore Oracle Developer

Il nostro cliente è una società di consulenza che vanta una ventennale esperienza nel mondo dell’Information and Communication Technology.
A fronte di un elevato impegno e di immancabili competenza e professionalità, si è affermata negli anni nel trovare soluzioni a qualsiasi problematica derivante dall’utilizzo di strumenti informatici.
Essendo una realtà in continua crescita e avendo come obiettivo primario la costante soddisfazione delle esigenze dei propri clienti, ci ha incaricati di ricercare 1 SVILUPPATORE ORACLE E DEVELOPER.

Descrizione
Il candidato verrà inserito nella struttura del nostro cliente, sarà suo compito assumere la responsabilità di parti del progetto sfuttando al meglio le proprie capacità e flessibilità.

Profilo
Saranno considerate caratteristiche preferenziali:
- esperienza comprovata nell'utilizzo di Oracle (Release 10g), Developer (Forms e Reports);
- conoscenza del linguaggio C/ProC;
- competenza ed autonomia.

Che cosa offriamo
Contratto di 6 mesi.
Retribuzione da concordarsi in base alle competenze acquisite.


per proporsi è possibile inviare cv a me (leggi disclaimer sotto)

see u,
Giangiacomo

venerdì 9 febbraio 2007

Offerta di lavoro: cercasi disperatamente programmatori "wb.net" e "c #"

Offerta di lavoro: richiesta profili di programmatori "wb.net" e "c #"

per inserimento in importante società a livello nazionale di ICT, si ricercano disperatamente programmatori "wb.net" e "c #" di qualsiasi età ed esperienza

CCNL metalmeccanico industria

sede di lavoro: Torino

contattatemi (si legga disclaimer a fondo pagina)!

see u,
Giangiacomo