martedì 25 marzo 2008

IlFoglio.it - sito online trasformato!


http://www.ilfoglio.it/
Non è un sito, non è il sito di un quotidiano, non è un blog, non è finito, è solo partito.

Il sito del Foglio.it è tornato online, tutto nuovo e con rubriche che mai si sarebbe sperato di leggere.

Prime tra tutte: la Reunion, sintesi della riunione di redazione da cui nasce il quotidiano del giorno dopo (talmente seguita che è finita sulle agenzie di stampa). Ogni giorno la scrive un redattore diverso, e se il nome e il cognome non bastassero a inquadrarlo, basta andare a farsi un giro sui Foglianti per scoprire profili, gusti e passioni di chi vive al Foglio (e anche un po’ intorno). Ogni giorno ci sono le esclusive del sito, nello spazio Solo qui: sono gli articoli scritti quasi sempre da Giuliano Ferrara, apposta per il web, o altrimenti molto in anticipo rispetto a quando finiranno sulla carta. Gli editoriali non pubblicati, per ragioni diverse (ovviamente anche perché censurati), sul Foglio, finiscono sotto il titolo di Grasso che cola. Per raccontare il succo della politica italiana ai tanti giornalisti (o turisti telematici) stranieri, ci si è inventati La spiegazione, prima in italiano, poi in inglese. E siccome non ci si fa mancare nulla, c’è pure lo sport (Ultimo stadio), un film al giorno consigliato o stroncato (Nuovo cinema Mancuso) e l’inedito rito dell’aperitivo romano (Aperitivi, Perché chi l'ha detto che si fa solo a Milano?). Le Cronachette sono il blog del sito, dove i Foglianti pubblicano i pensieri liberi che per lunghezza o argomento non sarebbero potuti entrati tra le colonne di carta. Le battaglie culturali e la moratoria per l’aborto contano su una colonna tutta per loro, sotto Battaglie e tra pochi giorni si potrà sfogliare (a pagamento) il giornale in pdf.

Per suggerimenti, lamentele e soprattutto complimenti, potete contattare Daniele Bellasio, Diana Zuncheddu, Piero Vietti e Luigi De Biase, al Foglio.

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Giangiacomo

mercoledì 12 marzo 2008

Contratti, Bombassei: potrebbe saltare tutto

"In mancanza di regole, non escludo che possa anche saltare tutto". Lo ha detto il vice presidente di Confindustria Alberto Bombassei parlando del progetto di riforma dell'accordo del '93. Bombassei si e' detto "spazientito e deluso" per la rottura tra i sindacati che hanno interrotto le trattative avviate sulla riforma.

Bombassei ha spiegato che "a questo punto le imprese potrebbero rivolgersi direttamente in futuro ai propri dipendenti per risolvere i problemi, non potendo farlo a livello nazionale o sindacale". "Dopo tre-quattro anni abbiamo tutto il diritto di essere spazientiti per non usare un termine più folcloristico - ha sottolineato -. L'obiettivo doveva essere essere quello di andare incontro all'interesse dei lavoratori, per mettere più soldi in busta paga e trovare un sistema più moderno di relazioni industriali. Non si è riusciti a farlo e per l'ennesima volta continueremo ad usare un sistema vecchio di 30-40 anni in un mondo completamente cambiato. Al di là della delusione credo anche che gli stessi dipendenti dovranno rendersi conto che la rappresentatività non so più quanto sia rappresentativa. Sembra che siano più le imprese ad avere a cuore l'interesse dei dipendenti che lo stesso sindacato o una parte del sindacato". Il vice presidente di Confindustria ha ribadito gli sforzi dell'associazione ed i tentativi di organizzare un tavolo con le parti per riformare un sistema che ormai tutti riconoscono superato, ma "nel momento in cui non riusciamo, malgrado la nostra volontà, a mettere tutti i sindacati intorno a un tavolo, dopo quattro anni abbiamo già dimostrato una pazienza fuori da ogni logica. Se non lo possiamo fare tutti assieme - ha insistito - lo faremo separatamente". Da anni, ha proseguito, "tutti abbiamo detto che le regole del '93 non sono piu' di attualità concordando di cambiarle. Di fatto il sindacato ha disatteso quelle regole nel rinnovare i contratti nazionali. Oggi quelle regole non ci sono più. Abbiamo sollecitato per scriverne di più moderne, ma se le condizioni non ci sono cosa rimane da fare ad un'azienda? Deve aspettare la riscrittura o che i sindacati si mettano d'accordo o che la Fiom si metta d'accordo con la Cgil? E' chiaro - ha spiegato ancora Bombassei - che doverosamente tante aziende daranno risposte autonomamente", anche con erogazioni unilaterali. "Se non si può rifare il sistema, quelle poche parti ancora valide possono saltare. Vuol dire rompere gli accordi del '93, che di fatto gia' non sono applicati, perché oggi c'é un po' di tutto, un po' di insalata russa, la solita cosa all'italiana", ha scandito Bombassei aggiungendo che "se la gente non si riconosce è chiaro che bypassa l'intermediario e va direttamente a risolvere il problema".


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Giangiacomo

sabato 8 marzo 2008

Il partito cattolico? In Italia non serve

Continua il dibattito con i miei amici sulla scelta dello schieramento per le elezioni politiche di Aprile 2008.

Desidero farVi leggere il punto di vista di Roberto Formigoni, pubblicato il 18 Febbraio scorso, su il Corriere della Sera

Caro direttore, oggi qualcuno si chiede se i cattolici italiani hanno di nuovo bisogno di un partito dichiaratamente cattolico o — che non è esattamente la stessa cosa ma è collegata — gli elettori di centro sentono l'esigenza di un terzo polo di centro-centro oltre al centrodestra e al centrosinistra. A queste domande (intorno alle quali ha ieri scritto sulCorriere Angelo Panebianco) ha già dato una drastica risposta la storia politica del nostro Paese, con la distruzione della Dc nel '93 e il varo di un sistema bipolare che oggi si avvia rapidamente a diventare bipartitico. E io non penso affatto che le vicende di questi giorni rallenteranno né tanto meno invertiranno questo trend, anzi gli elettori cattolici e di centro saranno portati a scegliere e a schierarsi ancora più di ieri, e scegliendo peseranno e saranno determinanti per la vittoria. D'altra parte — come ogni gruppo sociale — i cittadini cattolici o di centro chiedono alla politica due cose: rappresentanza e risposte di governo. Vincerà chi saprà indicare gli esempi ed assumersi gli impegni più convincenti. L'esperienza di Regione Lombardia in questi tredici anni dimostra come proprio Forza Italia ha saputo garantire ai cattolici ampia rappresentanza nelle compagini di governo e risposte efficaci. Forse mai come in Lombardia politici ispirati dalla dottrina sociale cristiana in dialogo con esponenti del mondo laico e riformista hanno contribuito a trasformare, modernizzare e umanizzare le più importanti strutture della società, dalla sanità alla scuola, alle reti della produzione, dell'internazionalizzazione e dell'innovazione, intervenendo con leggi in favore della famiglia e della maternità, rendendo la pubblica amministrazione più efficiente e meno costosa, gettando le basi per una nuova statualità fondata sulla sussidiarietà, il riconoscimento dei meriti e l'allargamento delle opportunità. E la grande maggioranza degli elettori cattolici di centro si è riconosciuta in questo cammino, sostenendolo con un crescente consenso. Così sarà domani a livello nazionale, soprattutto se il Popolo della Libertà, come credo, darà significativo spazio a riconoscibili candidature di cattolici e se, come sono convinto, evidenzierà nei suoi programmi la capacità di incrociare nel dettaglio l'attenzione alle persone e ai corpi sociali con il bisogno di modernizzazioni, liberalizzazioni e riforme di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno. Ecco perché non c'è bisogno in Italia né di un piccolo partito dichiaratamente cattolico né del tentativo di un terzo polo centrista, tanto più che il Pdl appartiene già al Partito Popolare Europeo, come ha ricordato il segretario Wilfried Martens, la grande famiglia nella quale sono presenti sullo scenario europeo i partiti di tradizione popolare, moderata e cristiana. La campagna elettorale che sta per iniziare avrà su questi temi i confronti più interessanti e decisivi.

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Giangiacomo

giovedì 6 marzo 2008

La parola data di Veltroni

Che coerenza!



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Giangiacomo

martedì 4 marzo 2008

Noi ci siamo!

Lettera aperta del Forum Nazionale Giovani (FNG)

In questi giorni la delicata e confusa situazione politica che, da qui ad Aprile, ci condurrà ad una nuova tornata elettorale, impone una riflessione ed un contributo da parte di tutti coloro che stanno lavorando per un effettivo cambiamento della società italiana. Cambiamento che parta innanzitutto dalla politica e che cambi il modo stesso di fare politica: un rinnovamento creativo, nuovo e, soprattutto, concretamente vero. Da più parti, ormai, come un perfetto slogan elettorale, non si fa che parlare di ricambio generazionale, di liste "giovani", spazio per i giovani, idee giovani etc etc. Gli “under 30” vengono inseguiti come i campioni del calciomercato estivo, come un brand vincente, facile da piazzare.Il rischio e’ che tutto questo non sia altro che uno specchietto per le allodole: si candidano dei giovani, pochi in posizione sicura, per dimostrare che la politica "pensa ai giovani". Il ricambio deve avvenire dando spazio a chi è seriamente convinto di prendere parte allo sviluppo della nostra società, capace di saper scardinare, influenzare e migliorare quei meccanismi della politica che non apprezziamo, non condividiamo e contestiamo fortemente. I “nuovi” politici dovranno essere i protagonisti di una nuova stagione di partecipazione, scelti per le loro competenze, per l’impegno profuso nel servire un Paese come l’Italia, che, oggi più che mai, ha bisogno di individui che si mettano a disposizione della collettività con senso di responsabilità e spirito di sacrificio. Per questo occorre valorizzare coloro che già operano sul campo, promuovere i giovani con esperienze associative, che abbiano imparato l'ascolto e la mediazione nella realtà concreta e quotidiana e che sappiano vivere la politica come un'esperienza di servizio per il bene comune e non per interesse carrieristico personale. In Italia questi giovani ci sono; speriamo, dopo le elezioni di Aprile, di vedere numerosi volti nuovi seduti in Parlamento.

Tematiche e programmi devono essere a misura dei giovani.
Importante quindi investire sulla formazione, sia scolastica che professionale, affinchè dia pari opportunità ai percorsi di vita, oggi discriminati dal capitale culturale e sociale dei giovani e delle famiglie di provenienza e per garantire pari opportunità agli sbocchi professionali; sui laboratori di politica come luoghi di confronto e riflessione per impostare una nuova coscienza civile e garantire il passaggio alla vita adulta, dando stabilità di vita e professionale, puntando sulle tutele lungo tutto il corso della vita.La classe politica deve rivolgere le sue attenzioni a tematiche strutturali: permettendo l’effettivo accesso al credito strumento principale per riconoscere la casa come bene primario, ed incentivare la formazione di nuove famiglie; creando reali opportunità di conciliazione tra lavoro e maternità; abolendo gli albi professionali; risolvendo la questione delle pensioni.

Il Forum Nazionale dei Giovani, lavora per promuovere attività e offrire opportunità per la crescita personale e l’integrazione delle nuove generazioni. Il suo ruolo consultivo e propositivo in tema di Politiche Giovanili è finalizzato a rappresentare i giovani in toto e non a dare visibilità ai “pochi”.
Fondamentale, per noi, sostenere una rigenerazione del nostro sistema politico e infondere nuovamente fiducia in esso.


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Giangiacomo

Elefantiasi

"La vita umana è limitata e desiderosa di infinito, per questo deve essere tenuta per sacra e definita dalla speranza"
Giuliano Ferrara.

Madrid, 4 marzo 2008

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Giangiacomo

La Russia di Vladimir Putin

Dopo le recenti elezioni...

La Russia appare sempre meno distante dal suo passato sovietico. Un passato che non solo non viene rinnegato, ma che viene guardato con senso di rimpianta grandezza nazionale. Vladimir Putin, ex ufficiale del terrificante Kgb, sembra essere l’effige di questo pericoloso ritorno all’imperialismo sovietico.E’ lecito domandarsi il motivo del diverso atteggiamento che vi sarebbe nel caso in cui a capo della Germania vi fosse stato un ex agente delle SS, rispetto al riconoscimento di ruolo che l’ex funzionario del Kgb gode nel mondo?

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Giangiacomo