La politica è una maniera esigente, ma non la sola, di vivere l'impegno cristiano a servizio degli altri. Con questa riflessione riportata nell'enciclica Populorum progressio, Papa Paolo VI nel 1967 riaffermava il principio della centralità della politica nella nostra quotidianità, intendendola però come impegno esigente, che non lascia cioè spazio a frivolezze e facili egoismi. Poichè è a servizio degli altri diviene quindi nobile virtù, come osservava Cicerone. Di parere diverso appare invece l'opinione pubblica, che nel proprio immaginario denuncia con sempre maggior enfasi la mancata applicazione del declamato virtuosismo politico. Continuando così si rischia però di valicare con troppa disinvoltura i confini dell'antipolitica - anche solo per partito preso - senza comprendere che la politica, come ogni impegno umano, necessita di pace, meditazione, interiorizzazione e contemplazione, come scriveva l'On. Zaccagnini. L'importante è non tradire l'onestà del proprio dovere, abusando della politica con speculazione e lucido cinismo come purtroppo alcuni cattivi esempi lascerebbero intendere che si comporti - generalizzando - la maggior parte della "casta". Con queste premesse la politica deve riacquisire maturià per riaffermare la propria dignità in un contesto democratico che ponga l'elettore nel ruolo di decisore anzichè solo di passivo osservatore, ad esempio mettendo mano alla legge elettorale. E' tempo di riflessione, altrimenti ogni stagione sarà buona per lanciare grillesche provocazioni e la centralità della politica rimarrà un valore caro a pochi.
see u,
Giangiacomo
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1 commento:
bravo te!
see u
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