venerdì 15 giugno 2007

SALVIAMO I CRISTIANI - Appello di Magdi Allam

Per aderire all'appello di Magdi Allam basta scrivere a salviamoicristiani@gmail.com
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"La grande persecuzione dei cristiani nel mondo arabo"
Salviamo i cristiani del Medio Oriente. Stiamo assistendo in modo pavidamente e irresponsabilmente inaccettabile alla persecuzione e all'esodo massiccio di centinaia di migliaia di cristiani che sono i veri autoctoni della regione.
Alla vigilia della conquista araba e islamica nel settimo secolo, i cristiani costituivano il 95% della popolazione della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo. Oggi, con 12 milioni di fedeli, sono precipitati a meno del 6% e si prevede che nel 2020 si dimezzeranno ancora.
Dalla prima guerra mondiale circa 10 milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare. Una fuga simile alla cacciata degli ebrei sefarditi che, da un milione prima della nascita dello Stato di Israele, si sono assottigliati a 5 mila. Si tratta della prova più eloquente della tragedia umana e dell'imbarbarimento civile in cui è precipitato il mondo arabo musulmano, in preda al fanatismo ideologico degli estremisti islamici e all'intolleranza religiosa delle dittature al potere.
Il caso più grave è quello che colpisce i cristiani in Iraq. Da circa un milione e mezzo prima dell'inizio della guerra scatenata da Bush il 20 marzo 2003, si sono ridotti a circa 25 mila. Un «accorato appello» per la «preoccupante situazione in Iraq» e per le «critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane», era stato lanciato dal papa Benedetto XVI nel corso del suo incontro con Bush sabato scorso. Proprio ieri, in una dichiarazione raccolta da Avvenire, il vescovo ausiliare di Bagdad, monsignor Shlemon Warduni, ha alzato il tiro denunciando che anche «i cristiani non stanno facendo nulla mentre qui si muore si viene rapiti costretti a convertirsi all'islam o a pagare per ottenere protezione, a cedere le proprie figlie a dei delinquenti per evitare ritorsioni o a fuggire lasciando tutto il lavoro di una vita. Dagli Usa e dall'Europa solo silenzio». Dal canto suo il nunzio apostolico in Iraq e Giordania fino al 2006, monsignor Fernando Filoni da poco nominato sostituto Segretario di Stato del Vaticano, in un'intervista a Tracce si era detto pessimista: «Fin quando durano la guerriglia e gli attentati c'è poco da fare. Solo la pace potrà riportare la speranza». Lo scorso maggio sul sito
http://iraqichristians.ne/petitionir.php era stato lanciato un vibrante appello alla comunità internazionale per porre fine alla «più feroce campagna di assassni, sequestri, esproprio di beni e case, cacciata e dispersione, liquidazione dei diritti religiosi e civili da parte di gruppi estremisti religiosi per il semplice fatto che non siamo musulmani».
Insieme all'Iraq l'altra grande tragedia dei cristiani orientali è nei territori palestinesi. All'inizio dello scorso secolo i cristiani rappresentavano un quarto della popolazione araba; nel 1948 erano il 20%; con l'avvento al potere dell'Autorità nazionale palestinese di Yasser Arafat nel 1994 si registra la fuga di tre quarti dei cristiani, vittime di persecuzioni e del drastico calo del tenore di vita. Ed è così che i cristiani, perfino nelle città sante cristiane, sono diventati minoranza. A Betlemme erano 185% della popolazione nel 1948, oggi sono solo il 12%. A Gerusalemme dal 53% della popolazione nel 1922, sono precipitati al 2%.Quanto al Sudan si tratta di un vero e proprio genocidio, con una sanguinosa guerra civile - scatenava dai regimi islamici di Khartum - che ha provocato l'eccidio di circa un milione e mezzo di cristiani e animisti, colpevoli di non sottomettersi alla sharia, la legge coranica. Così come fu genocidio il massacro, di 1,5 milioni di cristiani armeni in Turchia, dove oggi non rimangono che circa 100 mila cristiani. Il Libano, che dal 1840 ha registrato quattro guerre intestine a sfondo confessionale, ha visto il numero dei cristiani crollare dal 55% della popolazione dall'indipendenza nel 1932, a circa il 27% odierni. Con il risultato che rispetto al milione e mezzo di cristiani residenti in Libano, ci sono circa 6 milioni di cristiani profughi dispersi nel mondo. La situazione è molto pesante anche in Egitto, dove i copti - che rappresentavano il 15-20 % della popolazione all'inizio dello scorso secolo, oggi sono soltanto circa il 6%. La repressione e le violenze contro i copti sono esplose nel decennio di Sadat quando, alleandosi con i Fratelli Musulmani, lasciò loro mano libera nel promuovere un nefasto processo di islamizzazione forzata della società. In Siria le comunità cristiane che rappresentavano circa un quarto della popolazione all'inizio dello scorso secolo, oggi sono calate a circa il 7%.
Più in generale, in quasi tutti i paesi musulmani, dall'Algeria al Pakistan, dall'Indonesia alla Nigeria, dall'Arabia Saudita alla Somalia, i cristiani sono vittime di vessazioni e discriminazioni. E si tratta di una catastrofe per tutti: certamente per le vittime cristiane, ma anche per i musulmani che si ritrovano a essere sottomessi all'arbitrio di spietati carnefici e di tiranni che si fanno beffe della libertà religiosa. Ebbene non possiamo più continuare ad assistere inermi a queste barbarie. Ecco perché propongo di indire una manifestazione nazionale a difesa dei cristiani perseguitati in Medio Oriente e altrove nel mondo, da svolgersi a Roma e che potrebbe coincidere con il 30 giugno, la festa liturgica dei protomartiri romani. Una grande manifestazione per la vita, la dignità è la libertà dei cristiani e per
il riscatto dell'insieme della nostra civiltà umana.
Magdi Allam
Corriere della Sera, 13 Giugno 2007
see u,
Giangiacomo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

EAPPELLO DI MAGDI ALLAM
CRISTIANI IN M.O.
A RISCHIO
DI ESTINZIONE
GIORGIO PAOLUCCI
N
elle terre dove il cristianesimo è
nato,
si rischia l' estinzione dei
cristiani . Le cause sono molteplici ma
drammaticamente convergenti . È in
atto una persecuzione esplicita da parte
del fondamentalismo islamico , che
continua a guadagnare spazi e
consensi e
in queste settimane trova in Iraq
una delle sue più feroci manifestazioni.
Ci sono poi discriminazioni a livello
giuridico e politico, che in alcuni Paesi
impediscono l' accesso a cariche
pubbliche o a talune profession , riservate ai
musulmani. Ce infine-non meno
grave e insidioso-un clama ostile e
sempre più diffuso fatto di emarginazione
sociale e culturale, che trasforma di
fatto i seguaci di Gesù in cittadini di serte
B . Una mentalità che, ad esempio,
considera corne un « rinnegato»
meritevole di morte ogni seguace del profeta
Maometto che abbia l' ardire di
abbandonare quella che gli ulema
defmiscone
" la:rvgliore comunità che Dio abbia
donato agli uomini " per abbracciare la
fede cristiana: è la vita amara a cui
sono costretti i convertiti .
Lemigrazione di 10 milioni di persone
di religione cristiana dall' epoca della
prima querra mondiale a oggi, già di per se
un dato impressionante, rappresenta la
conseguenza più eclatante di una
situazione di crescente difficoltà
denunciata a più riprese dalle comunità del
Medio Oriente e del Nordafrica. Essa ha
trovato un interprete appassionato
nella persona del Santo Padre, che non si
stanca di metterla sotto gli occhi del
mondo. Sabato scorso, ricevendo
inVaticano il presidente americano Bush,
egli ha espresso la sua preoccupazione
per il precipitare della situazione nell'
area,
e parlando alla Congregazione per
le Chiese orientali non ha usato gin di
parole: « Possano le Chiese e
i discepoli
del Signore rimanere là dove fi ha posti
per nascita la divina Provvidenza; la
dove meritano di rimanere per una
presenza che risale ali inizi del
cristianesimo . Nel corso dei secoli essi si sono
distinti per un amore incontestabile e
inscindibile alla propria fede,
al proprio
popolo e alla propria terra»
. La fede,
il
popolo ,
la terra: sono le tre parole
radicate nel cuore delle comunità cristiane
che vivono nella regione, che ci
vivevano già secoli prima dell' arrivo dell'islam
e che hanno saputo costruire-non
senza difficoltà-una convivenza plurale.
Ed è proprio la possibilità di
«
con-vivere » che viene messa a rischio da quanti
vogliono negare la storia, imponendo la
loro identità religiosa e culturale corne
protagonista unico ed esclusivo .
Costoro vogliono dire "
io
" escludendo il
"
tu
"
,
e cosl impediscono che ci si possa
continuare a concepire corne " noi

Anonimo ha detto...

Caro amico, grazie di cuore per avere aderito a questa manifestazione per
denunciare la persecuzione e l'esodo dei cristiani dal Medio Oriente e per
affermare il diritto alla libertà religiosa e il valore della sacralità
della vita e della dignità della persona ovunque nel mondo. Ci vediamo
mercoledì 4 luglio alle ore 21 a Roma in Piazza S.S. Apostoli. Cordiali
saluti e i miei più sinceri auguri di ogni bene, Magdi Allam.

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie