domenica 25 febbraio 2007

I Pacs, la Margherita e la difesa dei principi

Nel precedente post viene richiamato il tema dei Pacs ponendo in evidenza lo stop del ministro Bindi (margherita) alle proposte del ministro Pollastrini (Ds) che vorrebe riconoscere a tutti gli effetti le coppie di fatto. Sui Pacs la posizione dei partiti al governo è molto articolata e le forze in campo sono le seguenti: come il ministro Pollastrini groso modo la pensano i democratici di sinistra, rifondazione comunista, comunisti italiani, verdi e di pietro cioà circa il 60% della coalizione al Governo.
Anche il gruppo di Mastella e la Margherita vogliono tutelare diritti individuali delle coppie di fatto, ma non gradiscono parlare di Pacs. Nella Margherita però bisogna distinguere: la componente laica (maggioritaria) interpreta il programma di Prodi come il gruppone di sinistra e cioè chiede che si riconoscano le coppie di fatto; la componente cattolica (minoritaria) lo sclude. Tra questi ultimi c'è chi cerca un punto di mediazione (Bindi) e chi si oppone in modo più esplicito (Binetti) e chi è pronto a votare proposte dell'Udc a tutela della famiglia (Bobba).
Nella Margherita è poi motivo di grande tensione la formazione del Partito democratico cioà la fusione con Fassino e compagni. Sarà anche vero che la comitiva di Fassino è tutta brava gente, ma qualcuno nella Margherita comincia ad essere stanco di essere insultato perchè cattolico ed è stanco soprattutto di mettere tra parentesi i principi per poter governare insieme. Per ora questo mettere in secondo piano i valori e i principi etici ha funzionato ed ha consentito di governare a Roma, in mote Regioni e comuni importanti come Torino.
Il 18 Gennaio 2007 il vice capogrupo della Margherita in Regione Piemonte, Angela Motta, ha chiaramente affermato in un dibattito televisivo sui Pacs che "i principi devono essere messi da parte altrimenti non si giunge ad una mediazione sui Pacs. La mediazione deve essere trovata sulla soluzione di problemi concreti". Ciononostante nella base della Margherita ci sono insofferenze per questo metodo e si vorrebbe dare ai principi il posto che a loro compete e cioè quello di essere appunto principio, punto di riferimento e orientamento per la risoluzione dei problemi pratici.
Sarà banale, ma forse vale la pena chiedersi:
la nostra condotta, non dovrebbe essere orientata dai principi?
Non sono i principi costituzionali che orientano le leggi?
E le leggi non risolvono e regolano situazioni reali? Le esigenze di governo possono giustificare la deroga dei principi?
E per quanto tempo?
Se questa situazioni non venisse chiarita e perdurasse nel tempo di chi sarebbe la responsabilità?
Quali sono le responsabilità dei cattivi maestri?

see u,
Giangiacomo

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