domenica 21 ottobre 2007

Comitato per la difesa della Legge Biagi

Se qualcuno, con la vocazione del kamikaze (perché l’avrebbero menato), si fosse presentato ieri con un cartello inneggiante alla legge Biagi sul palco della manifestazione romana di Piazza S.Giovanni e postosi davanti a Pietro Ingrao mentre parlava, si fosse fatto riprendere dalle televisioni (ammesso e non concesso che i giornalisti e gli operatori presenti si fossero prestati a portare acqua al suo mulino come hanno fatto con i
contestatori del Capranica), oggi in tanti parlerebbero di provocazione fascista. Ieri, durante lo svolgimento di una riunione aperta e civile al cinema Capranica promossa dal Comitato per la difesa e l’attuazione della legge Biagi, a sostegno di quella legislazione innovativa sul mercato del lavoro che nel pomeriggio sarebbe stata linciata nelle piazze, un gruppetto di giovani comunisti, funzionarietti di partito (altro che precari !) hanno all’improvviso (con la tecnica dei commando) srotolato ed esibito uno striscione collocandosi davanti al palco dove era in corso la seconda tavola rotonda dell’iniziativa.
Alcuni di loro intanto distribuivano un volantino pieno di insulti e menzogne. Visto che non rispondevano all’invito del moderatore di andarsene e lasciar proseguire il dibattito, è stato necessario allontanarli con un po’ d’energia senza tuttavia che fossero necessari atti violenti. La domanda è: chi aveva ragione e chi torto? A noi sembra che la risposta sia semplice e che sia espressione di una cultura fascista il sentirsi legittimati a dileggiare l’avversario nei confronti del quale tutto sarebbe permesso proprio per la sua indegnità morale. Eppure quell’atto di maleducazione e di arroganza è diventata la notizia - che ha contraddistinto l’evento - nel Tg 2 delle 20,30 nonchè il titolo del Giornale di oggi. Come se non bastasse si vedono gli articoli odierni del Corriere della Sera e soprattutto di Repubblica, chiaramente simpatizzanti con i giovani provocatori, alla cui azione viene
dedicata la gran parte della cronaca dell’evento (con un rilievo assolutamente sproporzionato e senza una sola parola di biasimo). E’ poi il caso di fare un’altra segnalazione. Per lanciare il Convegno, i promotori avevano fatto stampare dei manifesti (una centesima parte di quelli affissi per la manifestazione comunista). Questi manifesti – a causa della precarietà organizzativa di un Comitato che non ha risorse e che non ha voluto chiedere aiuto ai partiti, i quali peraltro si sono anche defilati dall’iniziativa, a parte la lettera di Berlusconi, ma una lettera non la si nega a nessuno) – erano stati affissi giovedì 18 ottobre. Bene. Si vada a vedere quanti di quei manifesti sono stati immediatamente coperti da quelli che annunciavano l’altra manifestazione. Ciononostante la manifestazione è riuscita, ha conseguito gli obiettivi bipartisan che gli organizzatori si erano prefissi. E ha fornito un punto di riferimento diverso – sicuramente autorevole – contendendo la scena alla marcia della sinistra reazionaria.

da www.comitatoleggebiagi.it

see u,
Giangiacomo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io c'ero!

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Igor ha detto...

non entro del merito della legge 30/2003. non la conosco a fondo e quindi non mi permetto di giudicarla. Quello che però mi amareggia è il ricordo di Marco Biagi "economista" senza raccontare l'uomo Marco Biagi. Le sue paure con la scrittura di 5 lettere a Pierferdinando Casini, Roberto Maroni, Maurizio Sacconi, Stefano Parisi e al prefetto di Bologna per richiedere nuovamente la scorta. L'ex ministro Scajola gliela tolse. Qualcuno dei presenti l'ha per caso ricordato? Un minimo di vergogna l'hanno provato? Poi i numeri saranno giusti e si tratterà della migliore in assoluto come normativa.

Anonimo ha detto...

Ignoravo/dimenticavo questo particolare

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