domenica 11 marzo 2007

Quale LAICITA' per il XXI secolo?

rinnovo l'invito ad un'interessante incontro presso l'Università degli Studi di Torino
QUALE LAICITA' PER IL XXI SECOLO?

"Fra i numerosi equivoci che inquinano la discussione sulla scuola pubblica e privata c'è anche il frequente uso improprio del termine «laico», parola così ricca di significato e valore. Laico non significa affatto, come spesso ignorantemente si presuppone, l'opposto di «cattolico» e non indica, di per sé, né un credente né un agnostico o un ateo. Laicità non è un contenuto filosofico, bensì un abito mentale, la capacità di distinguere ciò che è dimostrabile razionalmente da ciò che invece è oggetto di fede e di distinguere le sfere di ambiti delle diverse competenze, ad esempio quelle della Chiesa e quelle dello Stato, ciò che - secondo il detto evangelico - bisogna dare a Dio e ciò che bisogna dare a Cesare". Claudio Magris

"Laico è colui che non deriva la giustificazione dei suoi valori da alcuna rivelazione o teologia, cioè uno che considera i valori come imperativi morali, ma non come comandamenti divini. Se il laico viene contrapposto al credente è solo per questo: per la genealogia dei valori, non per il loro contenuto. I contenuti, spesso, sono gli stessi". Marcello Pera

12 Marzo 2007 - ore 18
Aula 3, Palazzo Nuovo, Università degli Studi di Torino, Via Sant'Ottavio 20

Ne discutono:
- On. Daniele Capezzone, deputato della Rosa nel Pugno e Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati
- Prof. Salvatore Vitiello, docente di Teologia all'Università Cattolica del "Sacro Cuore" di Roma e presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino
ModeraMario Adinolfi, blogger e giornalista di " Europa", quotidiano de "La Margherita"

Introduzione: Prof.ssa Annamaria Poggi, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione e docente di Diritto Costituzionale presso l'Università di Torino

Presentazione: Giovanni Boggero, studente alla Facoltà di Giurisprudenza di Torino

see u,
Giangiacomo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie per la "soffiata".
io c'ero!

dibattito interessante, anche se capezzone si è portato la sua claque...
un po' di ideologia da entrambe le parti, spunti sull'8 per mille destinato alla chiesa, banalità...
detto ciò, molto costruttivo e formativo!

grazie!

Anonimo ha detto...

L'Osservatore Romano attacca a testa bassa la manifestazione di sabato scorso sui Dico, facendo insorgere lo schieramento laico che sostiene il disegno di legge del governo. Il giornale del Vaticano bolla con parole dure la manifestazione che ha riempito Piazza Farnese di sostenitori dei Pacs all'italiana: secondo l'Osservatore, a Piazza Farnese "hanno trovato posto discutibili mascherate e carnascialate varie".

Meritevole di censura, secondo il quotidiano, anche la presenza in piazza di bambini tra le coppie gay. Di fronte alle critiche del Vaticano (rafforzate da una nota della Sir, in cui si parla di scelta "tra bene e male, tra giusto e ingiusto"), il premier Romano Prodi non si mostra affatto pentito della decisione del governo di presentare un disegno di legge sull'argomento.

Prodi, che pure continua a dirsi perplesso per la partecipazione di alcuni ministri alla manifestazione di sabato, non è disposto a raccogliere le proteste di Oltretevere sui contenuti della proposta del governo: "L'ho letta e riletta e credo che il ddl proprio non tocchi i principi del matrimonio. Riconoscere momenti di solidarietà non è disconoscere la famiglia". Prodi, però, lascia aperto uno spiraglio alla possibilità di cambiare la legge alle Camere: "In Parlamento ci sono tanti altri disegni di legge, si faranno variazioni e adattamenti che sembrano opportuni", sottolinea intervenendo a "Matrix".

Ma, intanto, l'affondo dell'Osservatore Romano rinfocola le polemiche. L'Arcigay, l'associazione storica degli omosessuali italiani, non ci sta a far finire gli omosessuali sul banco degli imputati. Secondo il segretario Sergio Lo Giudice, l'attacco del giornale della Chiesa è "precotto": "Hanno mandato il solito disco rotto contro le 'carnevalate' ". Il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena pretende le scuse dell'Osservatore: "La cecità politica dell'organo di informazione del Vaticano fa impressione". L'articolo dell'Osservatore , sostiene invece il diessino Gavino Angius, dimostra che in Italia "la laicità è in pericolo" e che "la pressione delle autorità ecclesiastiche é molto forte".

Con linguaggio più colorito, il socialista Roberto Villetti dice che il giornale del Vaticano inaugura "una vera e propria caccia alle streghe" A sostegno dell'Osservatore scende in campo il leghista Roberto Calderoli: "Vedere due uomini che si baciano mi fa ancora schifo, mentre la presenza dei bambini nel corteo è stata assolutamente strumentale". Di fronte alla polemica che monta, prova a chiedere di "abbassare i toni" Rosy Bindi, ministro della famiglia e autrice del disegno di legge governativo. Ma il suo appello resta inascoltato. Nel frattempo, il ministro della Giustizia Mastella continua la sua battaglia dentro la maggioranza per dire no ai Dico.

Mastella tiene duro e minaccia di sfilarsi dal governo se fosse messo davanti ad un aut aut: "Se mi dicono 'o firmi i Dico o esci dal governo', io esco dal governo". In caso di fiducia, poi, non avrebbe la minima esitazione: "Voterei no". Mentre nell'eventualità che la legge passasse, è pronto a raccogliere le firme per un referendum abrogativo. Mastella, in questa sua battaglia, ha molti tifosi nello schieramento di centrodestra. Il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa dice che "il nostro augurio è che Mastella non ceda, tenga la posizione e, insieme ai cattolici dell'Unione, impedisca, come ha detto di voler fare, l'approvazione dei Dico".

Anonimo ha detto...

Mastella: "Un agguato. È difficile convivere con questi comunisti"



Ecco lo spirito autentico di chi vuole i PACS-DICO

Protestiamo "Con Striscia e Mediaset ho chiuso".

Michele Santoro, ex collaboratore di "Servire il popolo" (periodico maoista) e dell'Unità (quotidiano comunista), oggi eurodeputato per l'Ulivo, si è segnalato per l'ennesimo gesto di violenza mediatica: stavolta ai danni di un suo collega di partito. La colpa? Essere favorevole alla famiglia.

FattiSentire.net ritiene tuttavia inutile scrivere lettere di protesta a "RAI-Kabul".

Propone, invece, di protestare nei confronti dell'atteggiamento fazioso della ben più seguita "Striscia la notizia", curata dal fazioso progressista Antonio Ricci e condotta dallo sporcaccione Ezio Greggio. Infatti, sull'agguato di Santoro a Mastella, Striscia ha addirittura dato ragione a Santoro, giungendo a costruire un video dove appariva con una parrucca color celeste.
Per protestare con il direttore Carlo Rossella di Canale 5 scrivere
da: http://www.mediaset.it/brand/canale5/programma/schedaprogramma_715.shtml?form_16



Roma - "Quello di Santoro è stato un agguato mediatico. Se questa è la Rai, allora possiamo farne tranquillamente a meno. La cultura cattolica ormai viene presa sistematicamente a calci negli stinchi. Ma io dico attenzione perché nel mio partito l'insofferenza verso le posizioni e gli atteggiamenti della sinistra radicale inizia a salire". A 24 ore di distanza Clemente Mastella non ha ancora sbollito la rabbia per lo scontro avuto in diretta ad "Annozero". Un malumore certo non stemperato dalle dichiarazioni di alcuni suoi compagni di coalizione.

Ministro Mastella, partiamo dall'inizio. Qual è stata la scintilla che l'ha convinta ad abbandonare la trasmissione?

"Guardi, io sono rimasto già schifato dal reportage di presentazione. Ero dubbioso anche sul fatto di partecipare o meno alla trasmissione. Poi loro hanno insistito, dicendomi che era la ripresa del programma. Mi ha anche influenzato il fatto che siamo campani entrambi. Ho pensato che dialogare è sempre una buona cosa e sono andato".

E poi cosa è successo?

"Hanno mandato in onda una sorta di film hard con tre uomini che si baciavano in prima serata. Hanno riletto la storia in chiave anti-cattolica, hanno tirato calci negli stinchi alla mia cultura sostenendo che la famiglia non è un tratto costituzionale. Su questo punto voglio ricordare a Vauro e Santoro che sono stati i comunisti con Togliatti, insieme ai laico-crociani e ai cattolici, a definire la famiglia. Poi quando Vauro ha fatto la vignetta su froci e comunisti ho ritenuto che fosse troppo, anche alla luce di quello che avevano fatto ad Andreotti poco prima".

Cosa avevano fatto ad Andreotti?

"Una cartolina di Travaglio che era tutto un precipitare accuse contro di lui, un volume di fuoco sempre crescente, condito da cattiverie contro la Chiesa italiana e universale. Una cosa profondamente scorretta. Hanno anche detto, ipocritamente, che avevano mandato una e-mail al senatore in modo che potesse replicare. Sa quando l'hanno inviata quella mail? Alle 21.30 al suo ufficio al Senato. Ovvero quando il Senato è chiuso".

Le sono arrivati molti attestati di solidarietà da parte del centrodestra, ma anche dalla Margherita e dal suo partito. Diliberto, invece, punta il dito contro di lei.

"Questo pone un problema forte di relazioni politiche. Non so dove andremo a finire. A Diliberto voglio dire che se il suo partito è al governo è perché io mi sono alleato con lui. E a Santoro che se lui è lì è anche per merito mio. Da parte di tutto il centrosinistra c'è un tratto un reverenzialità verso Santoro".

Casini sostiene che la vicenda "Annozero" dovrebbe suscitare in lei "seri dubbi sulla compatibilità del centro con una cultura che è l'antitesi di ciò che il centro pensa".

"In parte è vero. È difficile convivere con la sinistra comunista. È una questione che, inutile nasconderlo, inizia a salire nel mio partito".

Ritiene che la figura del conduttore di una trasmissione del servizio pubblico dovrebbe essere ridisegnata e accompagnata da regole più stringenti?

"Certo. Solleveremo il problema in Vigilanza. La Rai non è Tele-Santoro e non si deve concepire il mezzo televisivo come creato per fini propri. La Rai è una cosa seria e non un luogo dove esercitarsi a lanciare incandescenze. Mi auguro anche che si muovano il Cda e la direzione generale".

Lei ha polemizzato con Santoro in merito alle cifre guadagnate dal conduttore. Santoro ribatte chiedendo all'azienda di tutelarlo dalle sue falsità.

"Dice Santoro che non è vero che viene pagato un milione? Be', a questo punto lui o la Rai mi dicano quanto guadagna. Non credo guadagni così poco visto che ha lasciato l'incarico di parlamentare europeo dove notoriamente non si guadagna male. Comunque questo non è un punto centrale. La questione vera è capire la qualità di cosa è la Rai che non è proprietà di un singolo. Il conduttore ha il dovere di avere le proprie idee ma questo non vuol dire che non deve farle esprimere agli altri. Ballarò, per dire, è una trasmissione apertamente di sinistra ma non c'è mai un atteggiamento espressamente pregiudiziale, non c'è la faziosità culturale e politica che c'è ad
Annozero".

Se dovesse essere invitato di nuovo lei tornerà da Santoro?

"No, la partita è chiusa".

di Fabrizio De Feo
(C) Il Giornale - sabato 10 marzo 2007