“L’immobilismo del Governo Prodi non contrasta la diffusione delle pratiche di mutilazione dei genitali nel nostro paese, rendendo inutile la legge n.7 del 2006 approvata dal centro destra, e vanificando le strategie che l’Unione Europea sta elaborando e le energie che sta mettendo in campo, per la difesa dei diritti dei minori” ha detto l’On.le Maria Grazia Siliquini, di Alleanza Nazionale, intervenendo all’Audizione con le organizzazioni del settore dei minori, organizzata dall’On.le Angelilli presso la sede del Parlamento Europeo a Roma.
“Mi riferisco alla battaglia contro la mutilazione dei genitali femminili, che in questi anni è stata praticata –in Italia- su oltre 40.000 bambine appartenenti alle comunità immigrate da ben 40 paesi nel mondo: con grande senso di civiltà– ha continuato l’On.le Siliquini- in qualità di autrice del primo DDL in Italia contro le pratiche dell’infibulazione, da me presentato nel 1999, e come membro del precedente governo, che tanto ha fatto per giungere all’approvazione della legge 7/2006, una delle più avanzate in Europa, denuncio la totale assenza dell’attuale governo su questi temi, in quanto non da applicazione a tutti gli impegni previsti nella parte propositiva della legge, quali la diffusione di informazioni nelle scuole, tra il personale medico e nelle comunità di immigrati, come ampiamente previsto nella legge 7/2006, e altri strumenti preventivi, che però a tutt’oggi restano disattivati”.
“Inoltre il ministero della Salute, d'intesa con quello dell'Istruzione, non ha provveduto ad emanare le linee-guida per la formazione di figure professionali che operino nelle comunità nelle quali sono in uso queste pratiche, al fine di realizzare una adeguata politica di interventi, sia per la prevenzione sia per la riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte alle mutilazioni”.
“Su questi temi, ho presentato una interrogazione urgente al governo, affinché venga a spiegare in parlamento le motivazioni di questo totale e colpevole disinteresse in ordine a queste tematiche: dobbiamo infatti continuare la battaglia vigilando sulla piena applicazione della legge –ha concluso Siliquini- in nome dei 130 milioni di donne che oggi portano questo “marchio infamante”, per eliminare una procedura così inumana e non rispettosa dell'integrità fisica della donna, e delle minori che la subiscono”.
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Giangiacomo
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