Il governo Berlusconi è partito col botto, ma, soprattutto, mantenendo gli impegni assunti in campagna elettorale: a) primo consiglio dei ministri operativo a Napoli; b) abolizione dell'ICI, detassazione degli straordinari e intervento sui mutui come primi provvedimenti contro il carovita; c) forte intervento contro la criminalità e contro l'immigrazione clandestina, per ridare sicurezza alle nostre città; d) nuovo piano per l'emergenza rifiuti in Campania, con misure nuove e incisive. Questa è la "moralità del fare", cui spesso fa riferimento il nostro presidente: fare quello che si dice, mantenere gli impegni assunti con i cittadini.
Sul sito www.ilpopolodellaliberta.it, puoi dire la tua su questi primi provvedimenti in Spazio Azzurro e votare quale dei tre interventi contro il carovita preferisci. Si tratta senza dubbio di un ottimo inizio, superiore a quanto fatto nel 1994 e nel 2001, frutto dell'esperienza maturata in tutti questi anni e della conoscenza dei problemi e del funzionamento della macchina dello Stato. Se il buon giorno si vede dal mattino, questo primo consiglio dei ministri è stato sicuramente un "buon giorno". Si deve continuare così ma per portare a buon fine quanto cominciato serve il sostegno costante della nostra gente e una costante attività di buona comunicazione. Ci lavoreremo, insieme...
see u,
Giangiacomo
domenica 25 maggio 2008
sabato 3 maggio 2008
Veri federalisti
Federalismo è responsabilità. Credo che questa equazione debba essere ben chiara, soprattutto oggi che il centrodestra è chiamato al governo del Paese, con il carico di attese e di speranze che una parte maggioritaria della società del Nord ha riposto nel nostro schieramento. Se qualcuno pensa che il federalismo fiscale si risolva in una sfilata in costume medievale, farà bene a ricredersi al più presto. Anche perché i consensi ricevuti dal mondo della piccola impresa sono un investimento di fiducia che va messo subito a frutto. L’autonomia fiscale di Regioni ed enti locali è un progetto da troppo tempo in mezzo al guado. Ora occorre che il nuovo governo dia una sterzata, riconoscendo finalmente una corrispondenza fra i tributi versati dai cittadini e la conseguente spesa per opere pubbliche e servizi. Già oggi la Regione Piemonte, ad esempio, incassa circa 8 miliardi di tributi propri sui 12 totali di entrate. Si tratta però di compartecipazioni a gettiti di Iva, Irpfef o tasse solo formalmente regionali come l’Irap o parzialmente come il bollo auto, la cui natura viene determinata dallo Stato. Questa finta autonomia fiscale deve essere superata, il che presuppone, però, l’accollo di una responsabilità che finora era comodamente addossata ad altri. Questo è un Paese dove per troppi anni vi è stato uno scollamento tra procacciamento delle risorse e spesa, al punto che fino a non molti anni fa c’erano due ministeri distinti, Finanze per l’entrata e Tesoro per la spesa. Quando si compilano i bilanci, infatti, l’attenzione dei politici e degli amministratori è indirizzata, in misura quasi esclusiva, al versante della spesa. E’ considerato bravo e capace il ministro o l’assessore che riesce a rimpolpare i capitoli di propria competenza. Il tutto avviene in un’atmosfera quasi surreale, dove nessuno sembra preoccuparsi dell’origine di questi fondi: origine che è niente affatto misteriosa, perché i soldi provengono semplicemente dalle nostre tasche. Federalismo, invece, significa identificazione tra coloro che tassano e coloro che spendono: il che dovrebbe avere l’effetto immediato di una maggiore prudenza, o almeno consapevolezza che i cittadini e le imprese non possono essere tartassati solo perché il ministro o l’assessore possa fare “bella figura” a favore delle proprie clientele. La proposta dell’opposizione in Regione, di tagliare 500 milioni di spesa inefficiente e di sprechi, riducendo di altrettanto il debito che graverà sulle future generazioni, ha il merito oggettivo di aver riportato l’attenzione del dibattito politico su questi temi. Comprendo benissimo che la presidente Bresso, gli assessori e tutti i consiglieri di maggioranza, che vedono il bilancio come una “vacca da mungere”, non siano d’accordo e fingano di scandalizzarsi di fronte a questi tagli, che si ripercuotono sulla loro capacità di elargire favori a destra e a manca. Mi stupisce un po’ di più che questo onesto tentativo di contenimento della spesa da noi proposto non sia condiviso dal titolare delle Finanze, che i soldi li deve trovare.
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Giangiacomo
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Giangiacomo
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