Per chi volesse sostenere i precari del Settore Politiche Giovanili del Comune di Torino, fatevi un giro su
www.petitiononline.com/p7p7g5t5/petition.html, leggete l’appello e perché no… mettete anche una firma!
Come dice lo storico dell’arte Alessandro Morandotti “Le rivoluzioni più clamorose non fanno rumore”, come una firma.
Non vogliamo morire in silenzio” - Torino, aprile 2007
Cari amici, La necessità di rivolgerci a voi tramite queste note scaturisce dalle difficili condizioni di comunicazione e di accesso alle informazioni in cui molti di noi, giovani collaboratori del Settore Politiche Giovanili del Comune di Torino si trovano attualmente, a fronte di uno scenario di “smantellamento” del Settore medesimo: una scelta politica mai ratificata ufficialmente, ma più volte ufficiosamente evocata negli ultimi mesi. Tuttavia, avendo nel frattempo avuto modo di confrontarci con gran parte dei soggetti coinvolti dalle attività del Settore in questi anni, crediamo di poter esprimere in modo più appropriato i nostri interrogativi nella forma di una lettera aperta, sperando di poter tenere insieme la questione di ordine politico più generale con alcune note riferite a casi specifici: non tanto per pretendere di incidere sul nostro destino di precari impiegati presso un'amministrazione pubblica, quanto piuttosto per farci testimoni e interlocutori pubblici di un problema che ci coinvolge da vicino (per il mancato rinnovo dei nostri contratti), ma il cui ordine di incidenza è assai più vasto. Il problema politico a cui ci riferiamo è il brusco cambiamento di rotta intrapreso dal governo della Città in merito alle politiche per i giovani. Siamo tutti consapevoli delle difficoltà che l'Amministrazione si trova ad affrontare per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato previsti dalla Finanziaria e il grave livello di indebitamento ereditato dalle Olimpiadi (a conti fatti, 161 milioni di investimenti complessivi, di cui 40 soltanto destinati al completamento della metropolitana). Tuttavia l'ordine di priorità politica che l'Amministrazione intende perseguire rispetto ai suoi settori di competenza non può essere riferita strettamente a questioni di bilancio: esistono numerose possibilità di sviluppo delle politiche giovanili che possono fare affidamento su fondi non direttamente legati alla disponibilità economica della Città. Ma anche all'interno delle voci di spesa dirette crediamo che sia lecito porre alcune questioni fondamentali. Il dibattito sui tagli del bilancio 2007 ha avuto una certa eco sui quotidiani per ciò che riguarda la cultura, ma solo marginalmente si è interessato alla ventilata dismissione del Settore Politiche Giovanili. E' curioso notare, a questo proposito, l'incongruenza tra le attuali posizioni della Giunta – che cancella dal bilancio intere voci di spesa e, in prospettiva, il Settore nella sua totalità - e il quadro nazionale ed europeo che le stesse parti politiche disegnano. Citiamo alcuni esempi: a.“ Il progetto europeo è giovane, in continua formazione e oggetto di continuo dibattito: per progredire, esso ha bisogno dell’ambizione, dell’entusiasmo, ma anche dell’adesione dei giovani ai valori su cui si fonda. È il momento di considerare la gioventù come una forza nella costruzione europea e non come un problema da gestire. Occorre dare loro i mezzi per esprimere le loro idee e confrontarle con quelle di altri attori della società civile” (Libro bianco della Commissione Europea “Un nuovo impulso per la gioventù europea”, 2001 b. il nuovo regolamento relativo al Fondo Sociale Europeo (regolamento CE n. 1081/2006, 5 luglio 2006) stabilisce il campo di applicazione dell'intervento in un ambito immediatamente riconducibile alle politiche giovanili: si parla di “migliorare l'accesso all'occupazione e l'inserimento sostenibile nel mercato del lavoro”; “individuazione precoce delle esigenze con piani d'azione individuali ed un sostegno personalizzato”; “coinvolgimento delle comunità locali e delle imprese” e altro ancora (art.3). c. il programma “Gioventù in azione” 2007-2013 è entrato in vigore nel Gennaio 2007, secondo la Decisione n. 1719/2006/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, con uno stanziamento di 885 milioni di euro da destinare alle politiche giovanili. Il Governo italiano recepisce la Decisione con la costituzione di un'Agenzia nazionale (DL 27 dicembre 2006, n. 297), che attraverso bandi destinati a soggetti individuali, associazioni ed enti pubblici dà accesso ai fondi. d. Nel Documento di Programmazione Economica Finanziaria, presentato il 7 luglio 2006, il Governo ha fatto una scelta ben precisa: “ investire con forza anche sulla parte giovane del paese, sostenere e valorizzare le energie creative dei giovani. Investire nei giovani significa infatti investire nella ricchezza della nostra società di oggi e di domani.” In tal senso il Governo, attraverso il Ministero per le Politiche Giovanili si è impegnato “ad avviare un vero e proprio Piano Nazionale per i giovani che risponda agli obiettivi dell’accesso dei giovani alla casa, al lavoro, all’impresa, al credito e alla cultura.” (Fonte DPEF 2007-2011, pag. 88)
Il Piano Nazionale Giovani, con una dotazione di 130 milioni di euro annui a partire dal 2007 (tra gli ambiti di programmazione del Fondo si vedano il concorso “Giovani idee cambiano l'Italia” e i Piani Locali Giovani con i Comuni, secondo la convenzione Anci del dicembre 2006), ha come principali obiettivi: • Agevolare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro • Sviluppare e valorizzare le competenze dei giovani • Favorire l’accesso alla casa e al credito dei giovani Considerando questo scenario, che prospetta occasioni di investimento consistenti sulle politiche giovanili e ne evidenzia la priorità politica, è difficile comprendere le ragioni secondo cui il Governo della nostra Città ritiene di potersi sbarazzare di un intero Settore. Non è questa la sede più opportuna per ribadire il valore strategico dei progetti di punta delle politiche giovanili torinesi, volti in prima istanza ad agevolare l’accesso al mercato del lavoro, all'integrazione e alla valorizzazione di iniziative altrimenti escluse dai percorsi istituzionali (servizi di collocamento, incubatori di imprese), alle politiche per la coabitazione e l'accesso alla casa. L'incongruenza pare ancor più evidente se si considerano le linee espresse dagli stessi soggetti politici nel promuovere in tempi assai recenti proprio questa “strategicità”; a titolo di esempio citiamo il documento di deliberazione del 25 Giugno 2003, per l'approvazione del progetto “Giovani e idee a Torino”, nelle parole dell'allora vicesindaco Calgaro: “La Città considera la valorizzazione delle opportunità rivolte ai giovani una priorità, un pilastro nelle politiche cittadine volte a garantire l'immissione di nuove energie nel percorso di sviluppo delle attività economiche e sociali che Torino dovrà necessariamente fronteggiare nei prossimi anni. Il rilancio dell'area metropolitana torinese, e la sua competitività su scala nazionale e internazionale, dipende anche dalla sua capacità di promuoversi come territorio aperto ad accogliere l'innovazione e la creatività dei giovani. Per questa ragione è opportuno che la comunità metropolitana, attraverso l'articolazione delle sue forze attive, pubbliche e private, avvii iniziative, attraverso una metodologia ed un'organizzazione concertata, che provochino e promuovano la partecipazione dei giovani alle politiche di sviluppo e diano spazio con strumenti concreti alla sperimentazione di buone idee.” A meno che non si voglia considerare revocata l'intera linea di pensiero espressa in tale documento, le posizioni di Calgaro e le prospettive di quattro anni fa paiono ad oggi completamente vanificate e contraddette. Tanto più se si distingue tra il valore prioritario delle politiche giovanili tout-court e i vincoli di spesa della Città: un conto è sostenere che “tutto si può fare, spendendo di meno”, un altro conto è rinunciare alle politiche per i giovani. Fatte alcune considerazioni di carattere generale, è necessario entrare nel merito della gestione di questo frangente così drammatico per il futuro del Settore Politiche Giovanili e per i giovani collaboratori precari che hanno speso la loro professionalità e le loro competenze all’interno del Settore. Tentiamo di farlo in sintesi, ponendo due questioni fondamentali. a. Nel 2007 il budget complessivo del Settore Politiche Giovanili a Torino sarà ridotto del44%passando dai 2,5 a 1,4 milioni di €; i contributi alle Associazioni che sviluppano attività sul territorio in collaborazione col Settore saranno ridotti del 76% passando dai 300.000 a 70.000 €.
Se davvero la Città di Torino non ha soldi da spendere per i giovani, potrebbe farsi veicolo di accesso ai fondi che lo Stato, l'Europa e la Regione mettono a disposizione per questi obiettivi. L'elenco incompleto delle opportunità aperte è già stato illustrato in precedenza, perché la Città non sta usufruendo di queste risorse? b. Anche ammettendo che i soldi siano pochi, le priorità di spesa (contenuta) restano incomprensibili. Come giustificare la scelta di abbandonare fino ad esaurimento i progetti che avevano costituito ancora pochi mesi fa le azioni di punta del Settore e contemporaneamente mantenere la spesa per le iniziative di “occasione”, non direttamente riconducibili agli obiettivi di “immissione di nuove energie nel percorso di sviluppo delle attività economiche e sociali”? Alcuni esempi chiarificatori: i progetti “Case giovani” e “Giovani & Idee” vedranno rispettivamente tagliati i loro contributi da 30.000 euro a 10.000 euro e da 130.000 euro a 78.000 euro, con la prospettiva di essere definitivamente abbandonati entro l'anno successivo. Esiste inoltre una determinazione di spesa di 23.500 euro destinati a “Giovani & Idee” attraverso l'affidamento all'AICS, tuttora disponibile, che non verrà – a quanto pare – utilizzata. Infine non possiamo non ricordare che ancora con una deliberazione del 31 ottobre 2006 è stato approvato il progetto definitivo per l'edificio di via Cecchi 17, da adibire a “Officina delle Idee”, per un importo previsto di 12.900.000 euro e inserito nel Programma Triennale delle opere pubbliche 2006-2008. “Officina delle Idee” avrebbe dovuto essere la realizzazione fisica di una nuova sede per i progetti delle politiche giovanili e in particolare la definitiva sede del progetto “Giovani & Idee” A meno che non si voglia difendere l'imperscrutabilità delle scelte politiche e di bilancio – a detrimento della democraticità e della trasparenza istituzionale – ci sentiamo legittimati a richiedere adeguate ragioni che spieghino tali radicali cambiamenti nelle azioni di governo e di gestione. La Città di Torino, dopo 30 anni di vita del Settore Politiche Giovanili e dopo aver anticipato le civilissime istanze rivolte ai giovani che oggi vengono perseguite in ambito nazionale ed europeo (il progetto Melandri “Giovani idee cambiano l'Italia” parla da sé), decide di rinunciare a questa dimensione della sua attività di governo, di chiudere i contratti con i giovani precari che si occupavano di altri giovani e di lasciare questi ultimi senza referenti e con i progetti aperti, senza prospettive di conclusione. (Nota: solo “Giovani & Idee”,nelle suoi tre anni di attività ha accolto presso di sé più di 1500 giovani e accompagnato più di 500 proposte di progetto, con il lavoro di 6 addetti, di cui 5 con contratto di collaborazione coordinata continuativa). Tale richiesta finora è risultata del tutto vana, per ora abbiamo soltanto ottenuto informazioni ufficiose e mai ratificate riguardo alla futura morte dei progetti sopra citati e ora sentiamo la necessità di un confronto serio e diretto per mettere al corrente i collaboratori precari del loro destino e per chiedere all’amministrazione cittadina qual’è la linea politica , tuttora incomprensibile, che determina tali scelte e strategie. Per questo motivo vi chiediamo di sostenere la nostra richiesta d’incontrare pubblicamente il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, e l’Assessore alle Politiche Giovanili, Marta Levi, attraverso la firma di questa petizione. E’ importante il sostegno di tutti, soltanto manifestando il proprio interesse e la propria preoccupazione nei confronti del futuro delle Politiche Giovanili a Torino possiamo ottenere risposte chiare e siamo ancora in tempo, se fossero confermati gli scenari descritti in questo documento, a far si che si apra un confronto proficuo con l’amministrazione sulle alternative possibili. ...Non vogliamo morire in silenzio...
see u,
Giangiacomo
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