Si sono appena concluse le Universiadi invernali, atteso appuntamento sportivo che avrebbe dovuto essere, nelle internzioni di chi l'ha organizzato, una replica delle Olimpiadi dello scorso anno.
Poichè l'evento ha dimensioni decisamente più ridotte, sarebbe stato lecito attendersi che la macchina organizzativa della Città e del mondo sportivo, così incensata l'anno scorso, sapesse gestire al meglio la situazione.
Coun una certa dose di supponenza, gli organizzatori ci hanno detto che la 23esima Universiade sarebbe stata quella meglio gestita, con più atleti, più pubblico, più seguito nei media di ogni altra nel passato.
E in effetti il record di atleti c'è stato, ma il numero delle promesse mantenute si è fermato lì: per aumentare il pubblico, il Comitato organizzatore ha cercato di coinvolgere le scuole, facendo arrivare a Torino anche classi da altre province, a cominciare da Asti, ma poi le ha lasciate fuori dai cancelli per una lunga attesa inutile e stancante.
La macchina dei volontari, così sbandierata dopo le Olimpiadi, si è inceppata ancora prima di cominciare: poche direttive, idee confuse, molti volontari che non sapevano che cosa fare, nè dove o come farlo.
Se qualcuno si lamenterà del risultato di questa Universiade, sarà bene ricordare che non è solo colpa di Giove Pluvio che non mandato la neve!
see u,
Giangiacomo
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