giovedì 22 marzo 2007

Città libera sicura creativa

Oggi il problema non è la cattiveria dei cattivi, ma la vacua bontà dei buoni.
E così si afferma un nuovo masochismo moderno che neppure Jung è riuscito a prevedere. Con il pretesto ideologico di aiutare gli emarginati (ma sono tutti tali? anche i disobbedienti possidenti?) si ignorano le esigenze della gente comune e si spingono nel precipizio dell'abuso chi è sulla china del vizio, della arginalità.
In un quadro di secolarizzazione del potere il principio di autorità non ostacola, ma favorisce la libertà di coscienza.
La fatica improba di giustificare, senza apprestare rigorosi rimedi culturali e legislativi, è un esercizio nocivo che tarpa le ali alla vita sociale.
La diseducazione al rispetto delle istituzioni si traduce in danno sopratutto per la parti più deboli.
Ecco perchè partiti, sindacati, associazioni imprenditoriali e professionali debbono saper cogliere il nuovo: non arroccati su angusti particolarismi, ma elevarsi a comprendere il tempo attuale e a costruire il futuro per tutti. Per Leopardi la città è stata costruita da Caino, per Marinetti la metropoli è il regno della libertà. Il problema non è quale delle due suggestioni accogliere, ma coltivare una città nella libertà, nella sicurezza e nella creatività.

see u,
Giangiacomo

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