A seguito della cancellazione della riforma delle pensioni del Governo Berlusconi, ritengo che questa riforma sia un controsenso, visto il continuo aumento della capacità di lavoro legato alle condizioni di migliore qualità della vita, ovviamente facendo eccezione per i lavori usuranti.
Questo accordo infatti è un compromesso assai faticoso che non si sa neanche se risolve le contraddizioni interne al centrosinistra e che viene realizzato attraverso un enorme impiego di spesa pubblica che non ha copertura e che quindi e’ destinato a creare dei problemi giganteschi ai conti pubblici.
Lo conferma il senatore Maurizio Sacconi: "L’analisi delle fonti di copertura allarma ancor più circa la assoluta ambiguità e inconsistenza della copertura di bilancio":
1) 3,5 miliardi sarebbero garantiti dalla holding degli enti previdenziali, cui la Ragioneria ha riconosciuto solo oneri aggiuntivi e nessuna economia.
2) 4,4 miliardi verrebbero dall’aumento dei contributi per i parasubordinati. Entrate improbabili perché, come già sperimentato, diminuisce il numero dei lavoratori di questo tipo.
3) 2,1 miliardi dovrebbero venire dai tagli alle pensioni superiori a 3 mila e 300 euro o erogate dai fondi speciali. Questa appare l’unica voce credibile.
A ciò si deve aggiungere che la Ragioneria si è cautelata rispetto agli improbabili risparmi da enti previdenziali con l’automatico aumento dei contributi per tutti i lavoratori dipendenti e autonomi. Tutto ciò significa che se pochi avranno il modesto vantaggio di un piccolo anticipo dell’età di pensione, molti lo pagheranno in termini di taglio delle prestazioni previdenziali, aumento dei contributi e con ogni probabilita’ incremento del prelievo fiscale.
see u,
Giangiacomo
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1 commento:
a colpi di emendamenti temo che la sinistra radicale la peggiorerà ancora.
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