tag:blogger.com,1999:blog-8744820345372214504.post7111053751402553344..comments2023-10-03T07:46:09.234-07:00Comments on Giangiacomo's Think Tank: La debolezza della RagioneG.http://www.blogger.com/profile/03096557084871773528noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-8744820345372214504.post-64612017964855732502009-11-23T03:47:55.502-08:002009-11-23T03:47:55.502-08:00necessita di verificare:)necessita di verificare:)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8744820345372214504.post-8778391547346907482009-11-23T03:47:00.649-08:002009-11-23T03:47:00.649-08:00Si, probabilmente lo eSi, probabilmente lo eAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8744820345372214504.post-84376435520429466352009-06-13T03:45:00.953-07:002009-06-13T03:45:00.953-07:00Nei primi sei mesi di governo di Barack Obama, “ap...Nei primi sei mesi di governo di Barack Obama, “apertura” è sicuramente il termine al quale più spesso si è ricorso per descrivere la politica estera del quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti. Il vocabolo in sé resta tuttavia un mero simulacro, che la stampa all’occorrenza si è affretta a riempire di contenuti variegati. Secondo molti, Obama avrebbe sinora abbracciato una linea di distensione (il ritiro dall’Iraq, l’impegno a risolvere la questione palestinese, la volontà di chiudere la prigione speciale di Guantànamo, la disponibilità ad un dialogo con l’Iran) che avrebbe radicalmente invertito la rotta tracciata dall’America nell’era Bush nell’ambito delle relazioni internazionali. Secondo altri, Obama ha usato piuttosto le proprie prodigiose capacità oratorie per promettere ogni cosa ed il suo contrario, alimentando speranze di molti, ma portando all’elettorato statunitense ancora pochi risultati concreti.<br /><br />In realtà, andando oltre i proclami degli entusiasti e degli scettici ed osservando meglio quelli che nel concreto sono stati i passi effettivamente mossi dall’Amministrazione Obama negli scorsi mesi, la grande stella del Presidente sembra più che altro brillare di una luce nuova per quanto riguarda lo stile, piuttosto che i contenuti, della politica estera statunitense. In tal senso, le “aperture” di Barack Obama in ambito internazionale sembrano ancor più riconfermarsi come -seppur lodevoli- buone intenzioni, piuttosto che svolte radicali nell’azione politica americana.<br /><br />In tale contesto si inserisce il discorso di Barack Obama tenutosi all’Università del Cairo lo scorso 5 giugno 2009; ancor più del Discorso Inaugurale con cui ebbe ufficialmente inizio il suo mandato, il discorso del Cairo rappresenta il fulcro di quella che sarebbe corretto definire la Dottrina Obama. Si tratta della ferma volontà del Presidente di promuovere il dialogo, la distensione -in altri termini, l’“apertura”, per ricorrere ad un termine alquanto appropriato- degli USA nei confronti di realtà talvolta molto diverse da quella statunitense, in totale controtendenza con l’era di Gorge W. Bush, che invece privilegiava la collaborazione con gli alleati democratici appartenenti al mondo occidentale. Tramite l’indubbia capacità oratoria che lo ha da subito contraddistinto, Obama ha di fatto teso -e seguita a tendere- la mano ad alcuni dei nemici storici dell’America. Ciò nonostante, sarebbe errato attribuire ad una mano tesa all’avversario la volontà di piegarsi o soccombere ad esso.<br /><br />Associando l’osservazione del cammino intrapreso in politica estera nei primi mesi dell’Amministrazione Obama ad una lettura attenta del discorso del Presidente all’Università del Cairo, si nota come le “aperture” di Obama verso la complessa realtà internazionale odierna dimostrino una volontà di intento che il Presidente è pronto a rivedere all’occorrenza: una disponibilità manifesta ad intraprendere alcune vie piuttosto che altre, eventualmente un calcolo politico che mira alla mediazione come mezzo (e non fine) per conquistare consenso politico. Dunque, non certo una determinazione inappellabile ad acconsentire ad ogni richiesta avanzata agli USA, bensì una tensione a guardare alla realtà in modo ottimista e benaugurale, contrariamente alle Amministrazioni Repubblicane precedenti che solevano rimarcare puntualmente le differenze tra l’America ed i regimi autoritari e illiberali nel mondo.<br /><br />continua sul sito...Centro Toquevillehttp://www.tocqueville-acton.orgnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8744820345372214504.post-37803003541336154362009-06-07T05:50:00.357-07:002009-06-07T05:50:00.357-07:00di Massimo Introvignedi Massimo IntrovigneG.https://www.blogger.com/profile/03096557084871773528noreply@blogger.com