tag:blogger.com,1999:blog-8744820345372214504.post3603248366459936336..comments2023-10-03T07:46:09.234-07:00Comments on Giangiacomo's Think Tank: InvettivaG.http://www.blogger.com/profile/03096557084871773528noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-8744820345372214504.post-85070099274792519492008-01-27T09:29:00.000-08:002008-01-27T09:29:00.000-08:00«Non avrebbe senso la filosofia se non ponesse il ...«Non avrebbe senso la filosofia se non ponesse il suo fondamento ultimo e la ragione della sua esistenza nella ricerca dell'Assoluto [...].<BR/>Solo rispetto all'Assoluto può avere un senso miusrare la vita, darsi un compito, scegliersi dei valori [...].<BR/>L'impotenza creativa, l'incapacità di essere nel reale e di penetrarlo, rivivono sostanzialmente in due posizioni fondamentali della filosofia moderna: l'una intellettualistica, e l'altra pragmatistica. [...]<BR/>Destino convergente di entrambi le impotenze è l'utopia, l'abdicazione del reale per l'irreale. [...]<BR/>Sintetizzando il ventaglio delle filosofie moderne spiantate dall'Essere, si può dire che l'irrealismo sfocia in due versioni: l'Astrazione e la Distrazione.<BR/>L'Astrazione, ossia la stupefazione del concetto a spese del reale, [...].<BR/>[...] la Distrazione, ossia il fare senza cognizione di causa e l'assorbire il tutto in dato secondario e subordinato.<BR/>[...]<BR/>Perduto l'uomo nella sua integrità, nascono gli orribili tronconi.<BR/>Scava nell'uomo e non troverai più l'uomo ma il suo cervello e, da convinto razionalista, lo identificherai con l'uomo intero, facendo dell'uomo un concetto.<BR/>Poi scenderai nel suo ventre e fari di esso la sua molla, ritenendo che "l'uomo è ciò che mangia". Scendendo ancora, incontrerai il suo sesso e nella pulsione sessuale indicherai la scaturigine del suo modo d'essere.<BR/>Stanco del suo tronco scenderai alle sue gambe e crederai che l'uomo non è solo quel che produce; il suo destino è camminare e calpestare, cioè divenire e rivoluzionare; è l'apoteosi dell'attivismo, che è il pensare con i piedi.<BR/>Poi, così scomposto l'uomo come una bambola in pezzi, non ti riconoscerai più nei suoi brandelli, non crederai più all'uomo e nealche al mondo. Comincerai a provare la colpa di esistere, l'angoscia di non essere un altro o il disgusto di essere te stesso, sentendo il mondo superfluo a te tu superfluo al mondo, in un reciproco "di troppo", per esprimersi con Sartre.<BR/>Intanto vedrai dissolversi la dea materia in energia, grazie alla fisica einsteniana; poi sarà la volta dell'istinto sessuale, di cui scoprirari con Lacan l'inesistenza e dissolverai quel fantoccio in una energia ineffabile e inquieta, l'impulso. Indi capirai con la Scuola di Francoforte, che bisogna interpretare il reale, ciò che è, nei termini di ciò che non è. Infine, ma è l'ultimo atto che conosciamo, non l'ultimo in assoluto, scoprirai che l'uomo non esiste ma è solo un'emissione fonetica, un flatus vocis, una convenzione per intendersi e dirai con Levy-Strauss che "lo scopo ultimo delle scienze umane non è di costruire l'uomo, ma di dissolverlo".<BR/>L'uomo diviene un semplice rapporto di strutture, la sua vita una funzione, il suo essere una "semplice piega del sapere", come si esprime Foucalult.<BR/>Così intonerai il "De profundis" all'uomo e canterai l'incedere del nulla».<BR/><BR/>Marcello Veneziani, Julius Evola tra filosofia e tradizione, Roma, Ciarrapico, 1984, pp. 23-29.Anonymousnoreply@blogger.com